[T] Dalla terra al cielo
- Linda De Santi
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[T] Dalla terra al cielo
La faccia tonda di suo figlio sulla porta, e nessuno accanto.
“Tua sorella dov’è?” chiede Luca.
“Boh. Oggi non è venuta.”
“E con cosa sei tornato?”
“A piedi.”
Andrea getta lo zaino nell’ingresso e corre in cucina. Quando Luca lo raggiunge, sta già divorando la sua focaccia col prosciutto.
“Ma quindi tua sorella non l’hai neanche vista?”
Andrea scuote la testa. Luca prende il cellulare e chiama Zoe, la sua primogenita. Il telefono è staccato. Possibile che si sia dimenticata di andare a prendere Andrea a scuola?
Ripensa a quello che è successo la sera prima.
Zoe era più di malumore del solito, non aveva cenato ed era salita in camera presto. Quando Luca l’aveva raggiunta per chiederle cos’avesse, lei l’aveva quasi aggredito.
“Come puoi chiedermi una cosa del genere?” aveva urlato. “Come puoi non renderti conto di nulla?”
Luca non aveva saputo cosa dire. Sua moglie se n’era andata da troppo poco tempo, non poteva arrabbiarsi se sua figlia si comportava così. Aveva preferito non dire niente e lasciarla da sola.
Comunque, sparire gli sembra esagerato, anche per una ventenne arrabbiata.
“Le hai viste le luci, papà?” gli chiede Andrea.
“No Andrea, quali luci?” risponde Luca. “Aspetta. Devo capire dov’è Zoe.”
Sta per richiamarla, ma il pavimento gli sfugge da sotto i piedi e il cellulare gli cade di mano. Un istante prima di arrivare a terra, vede tutti i piatti della credenza volare.
“Sei vivo, papà?”
Luca apre gli occhi. Sente dolore alle gambe, la credenza gli è crollata addosso.
“Cos’è successo? Oddio. Il telefono. Dammi subito il telefono!”
“Le luci hanno iniziato a muoversi.” risponde suo figlio.
“Cosa?”
Una nuova scossa costringe Luca a ripararsi la testa.
“Il terremoto! Andrea, mettiti in salvo!”
Andrea è in piedi davanti alla finestra di cucina e guarda il cielo.
“Zoe lo sapeva. L’hanno convocata. Però le hanno detto di non dire niente, perché non potevano portare tutti. Ma lei me l’ha detto lo stesso, sai, papà?”
“Andrea, ti prego, dammi il telefono!”
“Ciao ciao Zoe!”
Il rumore dei muri che si spezzano e dei vetri che si frantumano, le scosse che fanno ballare la credenza sulla gamba di Luca gli provocano un dolore così forte da farlo urlare con tutta la forza che ha in gola.
Quando riprende conoscenza, la sua cucina si è accartocciata. La prima cosa che vede sono le luci.
Il pensiero corre a sua figlia. Piccola Zoe. Se solo fosse riuscito a capire quando c’era ancora tempo!
E invece non aveva capito neanche quella luce, grande e ferma, che da giorni si era accesa nel cielo.
Ma ora sì, si rende conto. Si rende conto e perdona sua figlia.
“Le vedi ora le luci, papà?” gli chiede Andrea.
Una bellissimo e nera vòlta stellata, e palle di luce sfavillanti che fanno su e giù dalla terra al cielo, accompagnate da urla e allarmi e pianti. Zoe -almeno lei- ora è lassù, in quella luce lontana che non si spegne. Vorrebbe dire qualcosa, ma poi decide di lasciarsi incantare dal via vai di quei bagliori. Cerca la mano di suo figlio, la stringe e chiude gli occhi, piano piano, senza paura.
“Tua sorella dov’è?” chiede Luca.
“Boh. Oggi non è venuta.”
“E con cosa sei tornato?”
“A piedi.”
Andrea getta lo zaino nell’ingresso e corre in cucina. Quando Luca lo raggiunge, sta già divorando la sua focaccia col prosciutto.
“Ma quindi tua sorella non l’hai neanche vista?”
Andrea scuote la testa. Luca prende il cellulare e chiama Zoe, la sua primogenita. Il telefono è staccato. Possibile che si sia dimenticata di andare a prendere Andrea a scuola?
Ripensa a quello che è successo la sera prima.
Zoe era più di malumore del solito, non aveva cenato ed era salita in camera presto. Quando Luca l’aveva raggiunta per chiederle cos’avesse, lei l’aveva quasi aggredito.
“Come puoi chiedermi una cosa del genere?” aveva urlato. “Come puoi non renderti conto di nulla?”
Luca non aveva saputo cosa dire. Sua moglie se n’era andata da troppo poco tempo, non poteva arrabbiarsi se sua figlia si comportava così. Aveva preferito non dire niente e lasciarla da sola.
Comunque, sparire gli sembra esagerato, anche per una ventenne arrabbiata.
“Le hai viste le luci, papà?” gli chiede Andrea.
“No Andrea, quali luci?” risponde Luca. “Aspetta. Devo capire dov’è Zoe.”
Sta per richiamarla, ma il pavimento gli sfugge da sotto i piedi e il cellulare gli cade di mano. Un istante prima di arrivare a terra, vede tutti i piatti della credenza volare.
“Sei vivo, papà?”
Luca apre gli occhi. Sente dolore alle gambe, la credenza gli è crollata addosso.
“Cos’è successo? Oddio. Il telefono. Dammi subito il telefono!”
“Le luci hanno iniziato a muoversi.” risponde suo figlio.
“Cosa?”
Una nuova scossa costringe Luca a ripararsi la testa.
“Il terremoto! Andrea, mettiti in salvo!”
Andrea è in piedi davanti alla finestra di cucina e guarda il cielo.
“Zoe lo sapeva. L’hanno convocata. Però le hanno detto di non dire niente, perché non potevano portare tutti. Ma lei me l’ha detto lo stesso, sai, papà?”
“Andrea, ti prego, dammi il telefono!”
“Ciao ciao Zoe!”
Il rumore dei muri che si spezzano e dei vetri che si frantumano, le scosse che fanno ballare la credenza sulla gamba di Luca gli provocano un dolore così forte da farlo urlare con tutta la forza che ha in gola.
Quando riprende conoscenza, la sua cucina si è accartocciata. La prima cosa che vede sono le luci.
Il pensiero corre a sua figlia. Piccola Zoe. Se solo fosse riuscito a capire quando c’era ancora tempo!
E invece non aveva capito neanche quella luce, grande e ferma, che da giorni si era accesa nel cielo.
Ma ora sì, si rende conto. Si rende conto e perdona sua figlia.
“Le vedi ora le luci, papà?” gli chiede Andrea.
Una bellissimo e nera vòlta stellata, e palle di luce sfavillanti che fanno su e giù dalla terra al cielo, accompagnate da urla e allarmi e pianti. Zoe -almeno lei- ora è lassù, in quella luce lontana che non si spegne. Vorrebbe dire qualcosa, ma poi decide di lasciarsi incantare dal via vai di quei bagliori. Cerca la mano di suo figlio, la stringe e chiude gli occhi, piano piano, senza paura.
- Flavia Imperi
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Ciao Linda! Allora, ho trovato i dialoghi realistici, ben scritti. La storia è interessante, lì per lì sembra che la figlia sia scappata per motivi emotivi, poi un semplice terremoto, il risvolto è piuttosto inatteso.
Sembra solo strano che il padre non abbia visto delle gigantesche luci nel cielo, ma in fondo ci può stare. Forse avrei voluto sapere di più sul perché lei sia stata scelta e loro no, per cosa sia stata scelta. Il finale lascia adito a diverse interpretazioni.
Il tema è preso in modo singolare, non un centro perfetto forse, ma sicuramente originale. Un racconto piacevole.
Sembra solo strano che il padre non abbia visto delle gigantesche luci nel cielo, ma in fondo ci può stare. Forse avrei voluto sapere di più sul perché lei sia stata scelta e loro no, per cosa sia stata scelta. Il finale lascia adito a diverse interpretazioni.
Il tema è preso in modo singolare, non un centro perfetto forse, ma sicuramente originale. Un racconto piacevole.
Siamo storie di storie
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- Messaggi: 28
Il racconto è sicuramente ben scritto e attinente al tema. Tuttavia, ammetto di averlo dovuto rileggere più volte per cercare di comprendere con esattezza la vicenda. Nello specifico non ho capito il ruolo delle "palle di luci sfavillanti che fanno su e giù dalla terra al cielo". All'inizio non ero certa si trattasse di un vero terremoto e, a dire il vero, il significato della storia continua a sfuggirmi. Chi viene a prendere la bambina? C'è un collegamento tra ciò che accade e il recente allontanamento della madre?
- Daniele_picciuti
- Messaggi: 56
- Contatta:
Siamo nella fantascienza dunque, che sia fine del mondo o una volontà aliena è indifferente. Si evince che questi esseri abbiano scelto alcune persone per salvarle, per poi distruggere tutto il resto. Nella narrazione sembra che queste luci in cielo già ci fossero, dunque non mi suona che Luca non le abbia viste o non ci abbia fatto caso, avrebbe avuto più senso parlarne fin da subito senza svelare di più se non alla fine, come poi hai fatto. Un buon racconto, tutto sommato coerente. All'inizio ho fatto un po' di confusione coi nomi ma forse è dovuto alla mia mancanza di attenzione (ecco, forse avrei utilizzato più "papà" e "suo padre" che Luca, per mio gusto personale).
Il mondo che ho creato non è solo parte di me, ma esiste, come esiste la fede.
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- Messaggi: 70
Devo dire che quando il bambino dal nulla chiede “le hai viste le luci, papà?” si è ripresentata alla mia mente una buona dose di film in tema col tuo racconto. Gli alieni alla fine si sono palesati per rapire o salvare un determinato numero di soggetti. Onestamente mi lascia un po’ interdetto la reazione del padre nel finale, non riesco proprio ad immaginarla. Fin troppa stoica accettazione che stona con il senso di sorpresa e incredulità rispetto agli eventi che lo hanno caratterizzato fino a quel momento. Nel complesso è un buon racconto, buoni i dialoghi, buono lo stile (anche se ci sono stato un po’ per capire che Luca fosse il padre di Andrea e Zoe, in questo mi unisco al suggerimento di Daniele).
- Linda De Santi
- Messaggi: 497
Grazie a tutti per questi primi e utili commenti! :)
Flavia: grazie! Nel progetto iniziale c'era l'intenzione di inserire anche una motivazione del perché Zoe è tra i selezionati che si salvano, ma poi ho deciso di toglierla: scelta dettata un po' dalla necessità di selezionare gli elementi un po' dal fatto che, in un contesto simile, le decisioni su quali vite salvare vengono prese da "enti superiori" seguendo parametri imperscrutabili. I protagonisti vengono lasciati al loro destino e non sapranno mai il perché, una dinamica tristemente umana...
Alice: ti ringrazio. Il terremoto non è altro che l'inizio della distruzione della Terra e le palle di luce sono navi che fanno su e giù dalla terra al cielo per portare via i "selezionati" come Zoe verso una nave più grande sospesa in cielo (che dalla Terra sembra una grande luce). Ho compresso un bel po' in effetti, me ne rendo conto. Spero che i dettagli aiutino comunque a ricostruire il quadro della vicenda :)
Daniele: ammetto di aver utilizzato soprattutto i nomi per una bieca questione di risparmio di caratteri, "Luca" ne ha meno di "suo padre"! ;)
Flavia: grazie! Nel progetto iniziale c'era l'intenzione di inserire anche una motivazione del perché Zoe è tra i selezionati che si salvano, ma poi ho deciso di toglierla: scelta dettata un po' dalla necessità di selezionare gli elementi un po' dal fatto che, in un contesto simile, le decisioni su quali vite salvare vengono prese da "enti superiori" seguendo parametri imperscrutabili. I protagonisti vengono lasciati al loro destino e non sapranno mai il perché, una dinamica tristemente umana...
Alice: ti ringrazio. Il terremoto non è altro che l'inizio della distruzione della Terra e le palle di luce sono navi che fanno su e giù dalla terra al cielo per portare via i "selezionati" come Zoe verso una nave più grande sospesa in cielo (che dalla Terra sembra una grande luce). Ho compresso un bel po' in effetti, me ne rendo conto. Spero che i dettagli aiutino comunque a ricostruire il quadro della vicenda :)
Daniele: ammetto di aver utilizzato soprattutto i nomi per una bieca questione di risparmio di caratteri, "Luca" ne ha meno di "suo padre"! ;)
- marco.roncaccia
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- Contatta:
Ciao Linda,
Il tuo racconto mi riporta a una delle mie serie preferite: leftlovers. Riesci a creare lo stesso alone di mistero intorno alla scomparsa di Zoe. Sono d'accordo con te sulle spiegazioni che hai deciso di non dare. Il racconto è coerente lo stesso e comunque ci sono tutte le coordinate necessarie a capire cosa succede. Rimane il dubbio sulla questione delle luci non viste da Luca. Nel complesso una buona prova. La scena finale mi ha ricordato il film Melancholia di Lars Von Trier
Il tuo racconto mi riporta a una delle mie serie preferite: leftlovers. Riesci a creare lo stesso alone di mistero intorno alla scomparsa di Zoe. Sono d'accordo con te sulle spiegazioni che hai deciso di non dare. Il racconto è coerente lo stesso e comunque ci sono tutte le coordinate necessarie a capire cosa succede. Rimane il dubbio sulla questione delle luci non viste da Luca. Nel complesso una buona prova. La scena finale mi ha ricordato il film Melancholia di Lars Von Trier
- eleonora.rossetti
- Messaggi: 553
Ciao Linda,
racconto a tema fantascientifico, da quanto ho capito la figlia è stata selezionata per "salvarsi" (tra le stelle?) mentre il resto del mondo viene distrutto (da chi? alieni? o è una distruzione naturale predetta, stile "2012"?). E' ben scritto, qualche nota dolente sull'ignoranza del padre riguardo alle luci: se erano già presenti in cielo, che il padre non le abbia notate mi fa strano, soprattutto per il fatto che aveva già notato il globo luminoso più grande.
Un dettaglio: se la cucina si è accartocciata, Andrea che fine ha fatto? Ok parla ed è vivo, ma mi sembra così strano che il padre stia morendo, in definitiva, e Andrea stia parlando come se niente fosse. Però forse ho avuto un'impressione sbagliata^^
In sostanza, una racconto piacevole, anche se ancora da perfezionare.
racconto a tema fantascientifico, da quanto ho capito la figlia è stata selezionata per "salvarsi" (tra le stelle?) mentre il resto del mondo viene distrutto (da chi? alieni? o è una distruzione naturale predetta, stile "2012"?). E' ben scritto, qualche nota dolente sull'ignoranza del padre riguardo alle luci: se erano già presenti in cielo, che il padre non le abbia notate mi fa strano, soprattutto per il fatto che aveva già notato il globo luminoso più grande.
Un dettaglio: se la cucina si è accartocciata, Andrea che fine ha fatto? Ok parla ed è vivo, ma mi sembra così strano che il padre stia morendo, in definitiva, e Andrea stia parlando come se niente fosse. Però forse ho avuto un'impressione sbagliata^^
In sostanza, una racconto piacevole, anche se ancora da perfezionare.
Uccidi scrivendo.
- angelo.frascella
- Messaggi: 729
Ciao Linda
Il racconto parte come un quadretto familiare con una nota stonata, che parrebbe dipendere da un problema adolescenziale, ma la sensazione della tragedia imminente e dietro l’angolo. Poi quadro cambia e la tragedia si compie, anche se molto diversa da quello che mi aspettavo: c'è qualcosa di sovrannaturale che sta avvenendo e sta distruggendo la terra. Di che si tratta? Alieni? Angeli? Astronavi in fuga dalla Terra prima della sua distruzione? Giudizio universale? La risposta rimane indefinita ma non è quello che mi manca, quanto qualche dettaglio un po' più "esplicito" e intrigante di semplici luci in cielo. A parte questo però, il racconto mi è piaciuto abbastanza. Aumenterei solo l'angoscia del padre (non tanto per se stesso, quanto per il figlio rimasto a subire l'apocalisse) e cercherei, come dicevo prima, delle immagini più forti di luci indefinite. In ogni caso una buona prova.
A rileggerci
Il racconto parte come un quadretto familiare con una nota stonata, che parrebbe dipendere da un problema adolescenziale, ma la sensazione della tragedia imminente e dietro l’angolo. Poi quadro cambia e la tragedia si compie, anche se molto diversa da quello che mi aspettavo: c'è qualcosa di sovrannaturale che sta avvenendo e sta distruggendo la terra. Di che si tratta? Alieni? Angeli? Astronavi in fuga dalla Terra prima della sua distruzione? Giudizio universale? La risposta rimane indefinita ma non è quello che mi manca, quanto qualche dettaglio un po' più "esplicito" e intrigante di semplici luci in cielo. A parte questo però, il racconto mi è piaciuto abbastanza. Aumenterei solo l'angoscia del padre (non tanto per se stesso, quanto per il figlio rimasto a subire l'apocalisse) e cercherei, come dicevo prima, delle immagini più forti di luci indefinite. In ogni caso una buona prova.
A rileggerci
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- Messaggi: 45
Il tema è incentrato. E’ scritto bene, i dialoghi sono credibili e hai un bel stile di scrittura. Però secondo me manca qualcosa nella storia.
Non riesco inoltre a capire perché, nel tuo racconto, il padre non avesse visto né fatto caso alle luci in cielo in precedenza.
Comunque tutto sommato bello =)
Non riesco inoltre a capire perché, nel tuo racconto, il padre non avesse visto né fatto caso alle luci in cielo in precedenza.
Comunque tutto sommato bello =)
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- Messaggi: 584
Ciao Linda,
un buon racconto di fantascienza, anche se l'idea degli alieni che rapiscono solo persone selezionate non è nuovissima. Un paio di cose che non mi tornano:
- la frase di Zoe contro il padre, ma forse Zoe aveva già capito che le luci l'avrebbero portata via e s'è indispettita perché il padre non ha fatto altrettanto
- le luci. Dici che la luce più grande è ferma nel cielo da giorni: ma di una cosa così avrebbero dovuto parlanre anche giornali, Tg, le persone per strada. Davvero difficile che Luca non ne abbia sentito parlare.
- Andrea sembra uscire indenne dalla catastrofe della casa
Comunque un buon racconto che centra il tema in maniera singolare.
un buon racconto di fantascienza, anche se l'idea degli alieni che rapiscono solo persone selezionate non è nuovissima. Un paio di cose che non mi tornano:
- la frase di Zoe contro il padre, ma forse Zoe aveva già capito che le luci l'avrebbero portata via e s'è indispettita perché il padre non ha fatto altrettanto
- le luci. Dici che la luce più grande è ferma nel cielo da giorni: ma di una cosa così avrebbero dovuto parlanre anche giornali, Tg, le persone per strada. Davvero difficile che Luca non ne abbia sentito parlare.
- Andrea sembra uscire indenne dalla catastrofe della casa
Comunque un buon racconto che centra il tema in maniera singolare.
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- Messaggi: 72
Ciao Linda.
Il racconto è ben scritto, hai uno stile molto buono. Il bambino “profeta” è un bell’elemento, che nella sua ingenuità spinge il padre verso la verità. Bella la scena del terremoto, riesco a sentire il dolore del padre, oh mamma. Solo che… non so, che Zoe sia stata chiamata da chissà chi per fare chissà cosa non mi è chiaro. Cioè, non capisco le dinamiche. Magari con una spiegazione in più il racconto avrebbe funzionato meglio.
Comunque sia, mi è piaciuto abbastanza.
Il racconto è ben scritto, hai uno stile molto buono. Il bambino “profeta” è un bell’elemento, che nella sua ingenuità spinge il padre verso la verità. Bella la scena del terremoto, riesco a sentire il dolore del padre, oh mamma. Solo che… non so, che Zoe sia stata chiamata da chissà chi per fare chissà cosa non mi è chiaro. Cioè, non capisco le dinamiche. Magari con una spiegazione in più il racconto avrebbe funzionato meglio.
Comunque sia, mi è piaciuto abbastanza.
I primi due terzi del racconto sono ben narrati, anche se su Luca/Andrea subito all'inizio si fatica a capire chi sia il padre e chi il figlio, ma la chiusa non mi convince. Il fatto che il padre non si sia accorto di niente dovrebbe essere argomentato attraverso uno studio più preciso della sua personalità, il suo concentrarsi sulle difficoltà della vita escludendo tutto ciò che esula. Il finale con le luci che vanno su e giù non è chiaro, non si comprende che siano le navi che fanno la spola per scegliere gli eletti. La questione "distruzione della Terra" mi sembra inserita un po' a forza e fare perno, per essere compresa, sul fatto di essere talmente standard da essere conosciuta da tutti. Già un paio di mesi fa scrivesti un racconto che in prima battuta mi lasciò dei dubbi, ma che in seconda (nel laboratorio) me li sciolse completamente, quindi t'invito a rivederlo e a ripresentarlo proprio nel lab. Per il momento il pollice è NI e pure un pelo verso il basso.
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