Teresa geme di piacere, si sposta i capelli dal viso e la chioma folta copre la luce della luna fuori dal finestrino. Ti sollevi da lei e scrocchi il collo indolenzito, i sedili posteriori di una Panda 4×4 sono uno dei posti più scomodi in cui tu lo abbia mai fatto, ma non puoi certo lamentarti. Sapevate entrambi che la serata sarebbe finita così, fin dal match su Tinder.
“La tua bio non mentiva.” Abbassa il finestrino e si accende una sigaretta pescata dal groviglio di vestiti in mezzo a voi. La zaffata di fumo riempie l’abitacolo di un odore acre che ti ricorda tuo padre e quel vizietto che gli ha tolto solo la bara.
Ti asciughi il sudore dietro al collo. “Quale parte della bio?”
Lei ammicca e le rughe intorno agli occhi la invecchiano di almeno dieci anni. “Linguista…”
Cristo Santo, quante volte ancora dovrai sentire quella battuta di merda? Non fingi neppure di sorridere. “Meglio se mi porti a casa.” Infili le dita nella leva della portiera per andarti a sedere davanti.
“No, aspetta.” Appoggia la mano sulla tua e quel contatto così intimo è più doloroso dei morsi sul collo. Ti ritrai, forse troppo in fretta.
“Pensavo fosse piaciuto anche a te”, dice.
Era sesso. Un modo come un altro per sfogare lo stress accumulato. Non è certo un periodo facile a casa… L’orologio segna le 22:30 e tu vorresti solo andare a dormire. “Sì, è stato okay.”
“Okay?” Ora è il turno di Teresa di ritrarsi. Incrocia le braccia sotto al seno e solleva un sopracciglio.
Il fumo sale dalla punta arroventata della sigaretta e fugge fuori dall’auto. Vorresti poter fare lo stesso. “Preferisci ti dica che è stato il miglior orgasmo della mia vita? Che non potrei mai più vivere senza o altre cazzate del genere?” Perché la gente non può divertirsi e basta? Non hai voglia di lagne.
“Beh, scusa se pensavo di piacerti!”
Non hai mai detto che non ti piace. “Se mi facessi schifo non sarei qui.”
“E allora perché vuoi andare via?” Tira una boccata profonda dalla sigaretta e ti fissa negli occhi. “Paura di impegnarti?”
Ecco, ci mancava solo la psicologa mancata, la categoria di Tinder che più odiavi. “Sentiamo, cosa vuol dire impegnarsi per te?”
“Beh, essere fedeli, non uscire con altre persone… Cose così, no?”
“Quindi se stiamo insieme divento di tua proprietà? Posso fare solo quello che vuoi tu, giusto?” Ti batti la mano sulla coscia. “E io che pensavo di poter avere comunque una vita.”
Ti sbuffa il fumo in faccia. “Non ho detto questo. Parlo solo di rispetto.”
“Rispetto.” Che parola vuota.
Scuoti la testa e vorresti non essere mai uscito di casa. Non potevi passare la serata davanti alla TV? Su Netflix qualche serie decente l’avresti trovata. Hai una pila di libri che pare l’Himalaya e non ne apri uno da mesi, bloccato dalla paura che ti piacesse leggere solo perché piaceva alla tua ex.
Dovrai staccarti dalla sua ombra prima o poi.
Non è facile ora che sei rimasto anche senza amici. La colpa è solo tua. Era facile inventare mille scuse solo per passare un’ora in più con lei.
Oh sì, lei era tutta la tua vita, vero?
Senza di te non sono niente…
Che idiota sei stato.
Inspiri a fondo, Teresa è ancora lì che ti osserva. Non hai bisogno del suo compatimento. “Non voglio niente di serio, è stata la prima cosa che ti ho detto.”
“Sì, ma…”
“Ma un cazzo!” Pensa di essere quella che rimetterà insieme i pezzi del tuo cuore? Hai sofferto abbastanza e non vuoi più saperne di sentimenti. Ti senti un po’ ipocrita ripensando a quanto prendevi per il culo chi si piangeva addosso sui Social. Adesso capisci il loro dolore.
Appoggi la nuca al seggiolino e una lacrima ti scivola lungo la guancia.
“Ehi, puoi parlarne con me se vuoi.” Teresa ti prende di nuovo la mano e stavolta resisti all’impulso di spostarla.
Vorresti conoscere un modo per riparare le cose, per stare di nuovo bene, ma non esiste.
Aver rotto con lei ti ha lasciato una ferita dentro che brucia come se ti avesse marchiato a fuoco il cuore.
La punta delle dita è sbiancata per la forza con cui ti stai aggrappando a Teresa. Ma è solo una come tante, perché dovrebbe volerti ascoltare? Domani racconterà alle sue colleghe di te e di questa serata di merda. Dovresti fuggire via.
“Se hai bisogno si sfogarti, sono qui.” Solleva le labbra in un sorriso pieno di speranza.
Un vuoto ti riempie lo stomaco. Se cedi alla speranza soffrirai ancora. E ancora. E ancora…
“Portami a casa”, singhiozzi. Vuoi solo nasconderti sotto al lenzuolo e piangere fino a farti seccare la gola.
Teresa ti asciuga la lacrima e ti accarezza come se davvero capisse quello che stai passando.
Possibile? Possibile che quel dolore non sia solo il tuo?
Ti prende la testa e l’accompagna sulla sua spalla. “Sai, io sono stata sposata dieci anni…”
Ti irrigidisci e ripensi alla tua ex.
Il bene e il male che avete vissuto insieme si fondono e non sai più se la odi o se non potrai mai dimenticarla.
Ma cosa cambia? Puoi solo accettare la sua decisione e andare avanti.
I muscoli si rilassano, passi le braccia dietro la schiena di Teresa e ti concedi di piangere.