Intervista a Romano De Marco
SPARTACO: Diamo il benvenuto a Romano De Marco grande autore di gialli/noir, che sarà la Guest Star per febbraio di Minuti Contati: grazie per aver accettato il nostro invito, siamo contenti di averti fra noi. Sei curioso di vedere come reagiranno i nostri utenti al tuo tema?
DE MARCO: Certo, sono curiosissimo… è un tema classico, trasversale, che si presta a molte chiavi di lettura e di scrittura. Penso proprio che ne vedremo (anzi, ne leggeremo…) delle belle!
SPARTACO: Oltre a scrivere romanzi, collabori con la rivista Writer’s Magazine Italia e hai pubblicato alcuni articoli. Hai tempo per avere altre passioni, quali sono?
DE MARCO: La vita sarebbe ben triste se non coltivassimo tante passioni. Te ne cito solo alcune: la lettura, il cinema, i fumetti, il collezionismo di cards, giocattoli e vinili, la AS Roma calcio, le serie TV americane, le belle donne. In realtà non le ho dette proprio in ordine di importanza ma fa lo stesso…
SPARTACO: Per essere un buono scrittore bisogna essere prima un ottimo lettore. Quali sono i tuoi autori preferiti? C’è qualcuno a cui ti ispiri?
DE MARCO: E’ difficile rispondere perché io leggo di tutto e amo molti autori diversi fra loro. Il mio preferito forse è Giuseppe Pontiggia, quello che ritengo eccelso e inarrivabile. Per le mie cose ho tratto, in parte, ispirazione e insegnamento da autori come Raul Montanari e Sergio Altieri anche se sono molto lontani per stile e temi trattati. Comunque ogni buona lettura è fonte di ispirazione… e io leggo davvero molto.
SPARTACO: Di giorno sei il responsabile della sicurezza di un grande gruppo bancario, la notte, per infittire le trame dei tuoi romanzi, pianifichi rapine in banca e complotti a livello nazionale. Qual è l’aspetto più complicato di un giallista, immedesimarsi nel pensiero del criminale o di chi lo combatte?
DE MARCO: Entrare nella psicologia di chi è più diverso da noi è sempre la sfida più difficile. Per questo io mi immedesimo più con i “buoni” che con i “cattivi”. C’è da dire, però, che i miei “buoni” sono sempre politicamente scorretti e di indole piuttosto violenta, sebbene sotto la scorza rude nascondano un cuore d’oro. Insomma, mi somigliano…
SPARTACO: Quando è nata l’infatuazione per la scrittura e cosa rappresenta per te?
DE MARCO: E’ nata casualmente non troppi anni fa (circa una decina) come naturale conseguenza della passione per la lettura. Oggi rappresenta la parte magica della mia vita, quella che mi aiuta ad affrontare tutto il resto.
SPARTACO: Il giallo ha l’obbligo di essere attendibile al 100%. I lettori sono molto attenti a ogni particolare e difficilmente fanno passare liscia un’incongruenza. Come affronti il pubblico, lo temi o è uno stimolo?
DE MARCO: La pignoleria dei lettori “forti”, abituati alla narrativa di genere è sempre stata uno stimolo importante per la mia scrittura. Sono il primo lettore di me stesso e sicuramente il più esigente… Non me ne faccio passare una di approssimazione o di incongruenza (sia tecnica che di trama) e mi sforzo sempre di essere onesto nei confronti di chi mi fa l’onore di leggermi.
SPARTACO: Altro aspetto fondamentale del genere è l’attendibilità delle informazioni tecniche. Dedichi più tempo allo studio o hai dei collaboratori a cui ti affidi?
DE MARCO: Ho molti amici nelle forze dell’ordine, mi informo, leggo ma ho anche la fortuna di lavorare nel campo della sicurezza, quindi molti degli argomenti di cui scrivo li tratto anche professionalmente. Ho frequentato e frequento corsi di alto livello sulla security e mi è capitato anche di occuparmi di anti terrorismo.
SPARTACO: Quando hai iniziato a scrivere avrai ricevuto decine di consigli, qual è quello che ti è stato più utile? Cosa consiglieresti a chi è in procinto di approcciare la scrittura?
DE MARCO: Il consiglio più utile me l’ha dato il mio amico Raul Montanari, uno dei più grandi scrittori contemporanei Italiani. Un giorno mi disse “quando scrivi ricordati che il lettore non vuol vedere te che ti masturbi ma vuole essere lui a godere”.
Personalmente consiglierei una grande umiltà e la disponibilità ad essere aiutati e supportati da chi lavora professionalmente nel campo editoriale.
SPARTACO: Nei tuoi libri, nascono prima i personaggi o la trama e quali sono gli ingredienti che non devono mancare?
DE MARCO: I miei romanzi partono da un’idea centrale intorno alla quale costruisco una trama e poi scelgo ambientazione e personaggi attingendo alla riserva del piccolo universo narrativo che mi sono creato nel corso dei miei sei romanzi e decine di racconti. Ciò che non deve mai mancare nelle mie storie sono la tensione narrativa, l’azione e i colpi di scena.
SPARTACO: La cronaca dà sempre molti spunti per un giallista, quanto c’è di reale nei tuoi romanzi?
DE MARCO: Non parto mai dall’intenzione di trattare l’attualità nei miei romanzi ma di scrivere storie d’evasione, di intrattenimento. Poi, fatalmente, capita che non si possa fare a meno di inserire tematiche, argomenti, situazioni che facciano riferimento alla realtà sociale, politica e criminale che viviamo. Fa parte di quella onestà del narratore di cui parlavo prima.
SPARTACO: Nel 2009 hai esordito con il libro Ferro e fuoco edito nella collana Il Giallo Mondadori (ripubblicato nel 2012 da Pendragon). Ti saresti mai immaginato di poter esordire con una della più grandi case editrici italiane? Cos’hai provato?
DE MARCO:E’ stato il classico esordio col botto. Lo devo a Sergio Altieri, allora editor delle collane da edicola di Mondadori. Non ci conoscevamo (ora siamo grandi amici) e lui lesse il manoscritto che gli mandai. Lo avevo fatto senza crederci troppo, invece lui lo apprezzò e volle pubblicarlo. Quando mi telefonò la prima volta ero in ufficio e pensai che fosse uno scherzo, invece…
SPARTACO: Milano a mano armata (Foschi Editore narrativa) e Io la troverò (Feltrinelli) proseguono in Città di polvere (Feltrinelli). Era già prevista la trilogia o è stata una naturale evoluzione dei personaggi?
DE MARCO: La serie Nero a Milano è nata per l’editore Feltrinelli con Io la troverò del 2014. Il romanzo è andato bene (è stato anche ristampato nella collana universale economica) e quando ho scritto il secondo episodio (Città di polvere, 2015) ho pensato di riutilizzare i personaggi che avevo creato qualche anno prima in Milano a mano armata. In realtà qualcuno di loro faceva già una piccola apparizione in Io la troverò. Diciamo che Milano a mano armata è un “prequel” della serie ufficiale, anche se ai tempi in cui l’ho scritto non lo sapevo ancora.
SPARTACO: In Città di polvere ci sono diverse denunce sociali e la prima di queste è dedicata al carcere di Canton Mombello. Come mai la tua scelta è ricaduta su quel carcere in particolare e non sui più famosi San Vittore e Opera?
DE MARCO: In realtà nel romanzo si parla anche di San Vittore. Volevo raccontare due delle carceri peggiori d’Italia e mi sono accorto di avere l’imbarazzo della scelta. Per motivi “geografici” legati alla trama del romanzo, sono dovuto rimanere legato alla Lombardia e datosi che conoscevo abbastanza a fondo la realtà di questi due istituti, la scelta è stata facile.
SPARTACO: Altro tema toccato è la cocaina. Credi veramente che la nostra civiltà si basi sulla “polvere” o è un aspetto enfatizzato per il romanzo?
DE MARCO: Che a Milano la cocaina scorra a fiumi non è certo una invenzione narrativa, come il fatto che questo traffico sia saldamente in mano alla ‘ndrangheta. Nel romanzo, comunque, la polvere a cui si fa riferimento non è solo la cocaina ma anche quella metaforica che si è sedimentata sulle coscienze delle persone che vivono la metropoli senza più dare valore ai rapporti umani e all’aspetto sociale della convivenza civile.
SPARTACO: Durante la lettura del libro si ha l’impressione di essere imprigionati in un sistema corrotto che non dà scampo. Credi che nella realtà ci siano più Laura Damiani o Matteo Serra?
DE MARCO: Non lo so ma spero, e continuerò sempre a sperare, che le Laura Damiani siano prevalenti. Altrimenti significherebbe aver perso la guerra in partenza.
SPARTACO: Città di polvere si distingue per i suoi personaggi. Luca Betti è un uomo dall’alta morale, Marco Tanzi è enigmatico, Matteo Serra spietato, Laura Damiani è determinata e Cristina Fogli , di contro, è una donna debole. Questi sono alcuni dei personaggi, ma la cosa strepitosa è che ognuno di loro ha uno spessore e un carattere unico. Hai preso spunto da persone che conosci o sono frutto della tua immaginazione? Qualcuno di loro somiglia a Romano De Marco?
DE MARCO: Quello che mi somiglia di più è Luca Betti. E in fondo non è così moralista come dici, ed è tutt’altro che perfetto. È un uomo che ha compiuto molti errori ma ha il coraggio di conviverci, ha molte debolezze che non nasconde ed ha fallito diverse volte, sia sul piano personale che su quello professionale. Però continua a gettare il cuore oltre l’ostacolo e a non arrendersi. Questo lo rende umano e crea una forte empatia con il lettore. Anche se alla fine, ovviamente, preferiscono tutti Marco Tanzi…
SPARTACO: Ci sarà un nuovo episodio di questa serie? Rivedremo ancora questi personaggi?
DE MARCO: Li rivedremo senz’altro sia perché io sono il primo ad affezionarmi ai miei personaggi sia perché penso che Luca e Marco abbiano ancora parecchio da dire. Il prossimo episodio della serie parlerà di malattia, di disagio e di solitudine nella metropoli. Ma ci sarà anche una storia criminale piena d’azione e colpi di scena, come nei capitoli precedenti.
SPARTACO: Milano, ‘ndrangheta e gruppi neofascisti. È veramente questa Milano?
DE MARCO: ‘Ndrangheta di sicuro, gruppi neofascisti purtroppo anche. Stanno tornando fortemente alla ribalta da quando una certa parte della politica utilizza il populismo facendo leva sull’ignoranza e fomentando paura, xenofobia e rabbia.
SPARTACO: “Se ne sono sbattuti il cazzo, ora tirano su un palazzo, han distrutto il bosco di Gioia, questi grandissimi figli di troia!” Questa citazione di Elio e le storie tese è contenuta in Città di polvere. Romano De Marco era tra i firmatari della citazione o lo era solo il padre di Cristina Fogli?
DE MARCO: Non ero fra i firmatari semplicemente perché in quel periodo (tra il 2005 e il 2006) non conoscevo quella vicenda che fu colpevolmente messa a tacere dai media. L’ho scoperta proprio grazie alla canzone di Elio e ho voluto citarla nel mio romanzo perché è abbastanza sintomatica di quanto il malaffare e il malcostume politico non siano solo una prerogativa del sud Italia come qualcuno ancora crede.
SPARTACO: Da pochi mesi sei sbarcato in Spagna, cosa ti aspetti da Desaparecida (traduzione spagnola di Io la troverò)?
DE MARCO: Non mi aspetto nulla ma di certo spero con tutto il cuore di fare breccia nel cuore dei lettori spagnoli. Peraltro ho già venduto, sempre in Spagna, i diritti di traduzione di altri due romanzi: Città di polvere e A casa del diavolo.
SPARTACO: Finora abbiamo analizzato il presente di Romano De Marco scrittore, ma cosa stai preparando per il futuro?
DE MARCO: A ottobre del 2015 ho finito di scrivere un nuovo romanzo che non fa parte della serie Nero a Milano. È un thriller ambientato negli Stati Uniti. Attualmente sto lavorando a una fase di pre-editing (un lavoro che faccio sempre, con una mia collaboratrice di Milano, prima di presentare il testo all’editore). Se tutto va bene lo consegnerò a marzo e pubblicherò nel 2017. Nel frattempo usciranno parecchi miei racconti inediti in altrettante antologie. La prima sarà Giallo di rigore per Mondadori, in edicola col mitico marchio delle collane del “Giallo Mondadori” nell’estate 2016.
SPARTACO: Lunedì 15 febbraio 2016 sarai la Guest Star di Minuti Contati. Un gruppo di scrittori si
sfiderà sulla nostra Arena ispirato dal tuo tema. Come affronti il ruolo di Giudice?
DE MARCO: Lo affronto con molta umiltà e serietà, ma anche con la voglia di divertirmi. Mi è già capitato di far parte di una giuria in un concorso letterario ed è stata una bellissima esperienza.
SPARTACO: Gli utenti avranno a disposizione quattro ore e tremila battute per stupirti. Cosa ti aspetti di leggere? Qual è la caratteristica che non deve mancare in un racconto?
DE MARCO: Il racconto, per essere tale, deve raccontare una storia. Tremila battute sono poche, confesso che con meno di diecimila io mi trovo sempre in difficoltà. Per questo sono curiosissimo di leggere e valutare i lavori che verranno selezionati. Magari imparerò qualcosa!
SPARTACO: Oggi sei un autore conosciuto e farai la Guest di Minuti Contati. Avresti mai partecipato al nostro contest? Cosa pensi che possa dare il confronto ai vari autori?
DE MARCO: Penso che un contest come questo possa dare molto, il confronto è sempre stimolante e interessante. Qualche anno fa avrei potuto partecipare senz’altro, se non fosse per il fatto che i concorsi mi mettono in un forte stato d’ansia… Molto meglio far parte della giuria!
SPARTACO: Siamo giunti alla fine dell’intervista. Noi di Minuti Contati siamo contenti di averti come ospite di febbraio e lo saranno ancora di più i nostri utenti che avranno l’onore di farsi giudicare da te.
Grazie per il tempo che ci hai dedicato e buona fortuna per i tuoi progetti attuali e futuri.
DE MARCO: Grazie a voi per avermi invitato, è davvero un piacere!