Chiacchierando con i protagonisti degli ultimi premi Urania

Per partecipare alla URANIA CHRISTMAS EDITION raggiungi QUESTA ARENA, loggati e attendi le 21.00 di lunedì 16 dicembre!

 
Ogni Natale, Minuti Contati cerca di inscenare un’edizione del suo contest principale dedicata al fantastico e quest’anno i protagonisti saranno il Premio Urania Francesca Cavallero e i finalisti dell’Urania Short Fabio Aloisio, Elia Gonnella e Axa Lydia Vallotto. Andiamo a conoscerli meglio e a cercare di scoprire qualcosa sull’edizione che hanno contribuito a preparare.
 
Benvenuti a tutti e grazie per la vostra disponibilità come guest star in occasione dell’Edizione Natalizia del contest principale del mondo di Minuti Contati. Partiamo subito con le domande.
 
Francesca, complimenti per la vittoria nell’ultimo Premio Urania. Vuoi raccontarci la tappe che ti hanno portato a questo successo? Parlaci un po’ di te, della tua storia e del tuo romanzo.
 
Francesca: Grazie a voi, innanzitutto, per avermi coinvolta.
Sono cresciuta in Val Bormida, nell’entroterra savonese, praticamente in campagna. La passione per la scrittura è nata molto presto: anche da bambina mi piaceva “fissare” sulla pagina le storie che inventavo nelle mie giornate all’aria aperta. Alle elementari iniziai a strapazzare la Lettera 32 dei miei genitori perché mi sembrava fondamentale conferire ai miei racconti un aspetto formale… il mio delirio di onnipotenza infantile passava attraverso un meraviglioso formicolio alle dita. Leggevo tantissimo, qualsiasi cosa, dalle fiabe di Andersen ai Tex di papà, dalle indagini di Sherlock Holmes, a “La storia infinita”, al “Giornalino di Gian Burrasca”. Devo molto a quel periodo di assoluta apertura mentale, dove ogni stimolo diventava un germoglio. Alle medie lessi “Il nome della rosa” e me ne innamorai; inciampai in “X-files” e mi appassionai a una fantascienza legata, anche, al lato umano dei protagonisti. Alle superiori iniziò il periodo Stephen King, seguito da quello, intensissimo, dei grandi romanzi gotici del XIX secolo. E poi vennero Poe, Lovecraft, Baudelaire e i simbolisti, Orwell, Gibson, Bradbury, Simmons. Scrivevo in modo forsennato (sconclusionato?) e leggevo, leggevo, leggevo. Disegnavo, anche.
Scienze Giuridiche catalizzò la mia attenzione su un mondo più razionale e concreto, ma era una fase della mia vita in cui avevo bisogno di questo tipo di esperienza. Poi il mio contorto percorso di studi mi avvicinò all’arte, al cinema, alla sceneggiatura, alle tecnologie multimediali non solo come forma didascalica, ma anche come forma espressiva. La passione per le arti visive finì per travolgermi ed eccomi al 2017, grafica freelance con un sogno nel cassetto, quintali di appunti nei taccuini riempiti dai tempi del liceo e la voglia di scrivere un romanzo di fantascienza.
“Le ombre di Morjegrad” nasce dal brodo primordiale della mia inquietudine creativa. Ho sempre avuto un debole per le storie tenebrose, i personaggi con bisogno di riscatto, la distopia in genere. Il romanzo è ambientato in una città che sorge su un pianeta lontano, dove il genere umano ha trovato rifugio, ma dove continua a mettere in pratica le stesse dinamiche di sopraffazione e sfruttamento che hanno provocato il suo esilio dalla Terra. Qui si svolgono le storie, autonome ma concatenate, di donne forti, segnate dal loro passato, che devono fare i conti con se stesse e con un mondo spietato. Riusciranno a non perdere la loro umanità (o, in qualche caso, a conquistarla)?
 
Francesca Cavallero
Francesca Cavallero
 
Fabio, Elia e Lydia, voi invece siete i finalisti dell’Urania Short (le cui votazioni sono ancora aperte). Ci presentate i vostri racconti in un massimo di 300 caratteri spazi inclusi (così cominciate a entrare in clima Minuti Contati).
 
Fabio: 300 caratteri sono una cuccagna!
Per la storia mi sono ispirato a Sally di Fabrizio De Andrè e Mercy dei Muse.
Mercy è una ragazzina che spaccia droga per conto di Shulu, un coniglietto di peluche poco raccomandabile. La loro quotidianità morbosa verrà scompigliata dall’arrivo di un terzo incomodo.
 
Elia: Nel futuro prossimo, dormire per sei mesi di fila dentro una capsula costa meno di vivere. Sempre più poveri, disoccupati ed emarginati entrano in questo sonno artificiale nella speranza di uscirne in un domani più roseo. Ma molti di loro non si risveglieranno mai.
 
Lydia: Eva è un’androide progettata per un unico scopo: dare piacere ai suoi clienti. Tutto cambia quando incontra un uomo diverso, che le dimostra che esiste altro oltre al piccolo mondo che ha sempre conosciuto. Ma la sua nuova vita è in pericolo, anche se lei ancora non lo sa.
 
Fabio Aloisio
Fabio Aloisio
 
Sempre Fabio, Elia e Lydia: ora parlateci degli altri due racconti evidenziandone i punti di forza e perché potrebbero essere eventualmente preferiti al vostro.
 
Fabio: Attenzione: rischio SPOILER!
Nel racconto di Elia, l’idea del Crion fantastica e il tema piccantissimo! Mi è piaciuto molto la parabola del protagonista; man mano che si avanza nella storia si ha sempre più l’impressione di stargli dentro la testa. Questo è merito sia dell’ambientazione fosca e piombata, sia per lo stile che ha accentuato tutto!
Il racconto di Axa è bello bello bello! Mi è piaciuto molto l’impostazione che ha dato. Ci si impersona tantissimo (e fa male). Complimenti per la penna e per il colpo di scena finale che ha confezionato alla perfezione.
 
Elia: Entrambi piaceranno agli appassionati di Philip Dick e, in particolare, di Blade Runner. Il racconto di Fabio è più muscolare, con colpi di scena e molta azione. Quello di Lydia ha dalla sua una scrittura molto curata e un’atmosfera malinconica, sospesa.
 
Lydia: Del racconto di Fabio ho apprezzato moltissimo l’atmosfera. In generale, l’ho trovato davvero originale, ha saputo sorprendermi in continuazione, e la dinamica tra Mercy e Shulu è molto interessante.
Faccio fatica, invece, a dire perché mi sia piaciuto il racconto di Elia senza fare troppi spoiler, ma ci provo: mi è piaciuta un sacco la struttura e la progressione delle scene, fino a un finale che chiude il cerchio con la scena iniziale. E mi è piaciuto anche il tema, molto attuale e in cui è facile rivedersi.
 
Elia Gonella
Elia Gonella
 
Da qui in poi le domande saranno per tutti e quattro. Sia dal nome assegnato all’edizione che dalla scelta delle guest questa edizione può indirizzare molto i partecipanti verso racconti di fantascienza, ma Minuti Contati non pone (nelle sue edizioni regolari) limiti di genere e pertanto avete dovuto pensare a un tema che permettesse di esprimersi nella vostra “materia” preferita come anche in tutte le altre. Senza spoilerare nulla, ci raccontate che tipo di difficoltà avete affrontato nel sintetizzarlo?
 
Francesca: In una prima fase, presi da un chiaro attacco di euforia spaziale, ci siamo entusiasmati troppo su elementi di genere. Poi però il processo è diventato più fluido: ognuno di noi ha proposto qualcosa che è stato “ratificato” in parte dagli altri e che, alla fine, per associazione di idee, ha dato origine al tema che poi abbiamo scelto. E’ stato divertente, perché ognuno ha “attaccato” il proprio pezzetto al ponte che ci ha condotti alla soluzione.
 
Fabio: All’inizio ci si è un po’ impiastricciati sul nome dell’edition e del tema. Ci siamo fatti prendere dall’entusiasmo: più che proposte erano diventate FANTAproposte. Alla fine è stata trovata la quadra grazie a una fitta rete di messaggi e all’intercessione di “esseri Antichi” con Urania. Secondo me la traccia sarà in grado di soddisfare tutti i palati e mi aspetto molte variazioni sul tema. Appena è stato definito ho fantasticato su quante interpretazioni si possono dare… e sono moltissime!
Un peccato non partecipare questo giro!
 
Elia: Dato che abitiamo in quattro città diverse e ci siamo confrontati tramite una chat di Messenger, arrivare a una soluzione che convincesse tutti è stato un po’ macchinoso. Inoltre, credo che in un primo momento tutte le nostre proposte fossero troppo orientate al genere. Credo però che siamo riusciti a trovare una buona soluzione, che è anche un omaggio a un grande scrittore di fantascienza.
 
Lydia: Oh, io con i temi sono sempre stata un disastro – anche quando dovevo scriverli al liceo – quindi per fortuna non ero da sola! Comunque, anche se all’inizio ci stavamo orientando su qualcosa di un po’ troppo fantascientifico, alla fine ne è uscito qualcosa di molto vasto. E in cui la fantascienza, anche se di striscio, c’entra lo stesso.
 
Axa Lydia Vallotto
Axa Lydia Vallotto
 
A parte Fabio (che è tra i grandi interpreti di Minuti Contati ormai da un paio d’anni), non mi pare di avere incrociato sulle strade virtuali sia Francesca che Elia e Lydia. Raccontatemi (si, anche tu, Fabio) la vostra esperienza con i contest online e se pensate di partecipare ancora in futuro o se ormai lo considerate un capitolo chiuso oppure da non aprire.
 
Francesca: In realtà non ho mai partecipato a contest di questo genere, cioè con tempi vincolanti e un approccio così “a caldo” al tema che viene rivelato la sera stessa della gara. In passato, ma parliamo di parecchi anni fa, ho partecipato ad alcuni concorsi di stampo più “classico”, indetti da siti web: esperienza molto positiva, nel complesso, la consiglierei sicuramente. Mi spiace, anzi, di aver smesso di partecipare ai concorsi per molto tempo, lasciandomi travolgere prima dagli impegni di studio e dopo da quelli lavorativi. Il confronto è importante ed evitarlo è sempre un errore.
 
Fabio: I primi contest online li ho fatti col WMI nel lontano 2012. Ho cominciato su Minuti Contati ad Aprile dell’anno scorso seguendo le orme di Linda De Santi ed Emiliano Maramonte: la mia prima edizione è stata la Cavaletto Edition. Da allora salvo qualche defezione ci sono sempre stato e questa è l’intenzione per il futuro.
E’ stato bello e uscire dal bozzolo che ci si crea scrivendo “da soli”: conoscere altri appassionati, l’opportunità di leggere molti stili e idee diversissime, di imparare sempre qualche trucchetto nuovo.
 
Elia: In effetti non ho mai concorso a Minuti Contati né ad altri premi simili, basati sulla velocità o su un tempo molto limitato. Ho però partecipato a molte call di riviste di racconti, sia cartacee che online, e conto di farlo ancora in futuro. Mi piace misurarmi con un tema e un numero massimo di battute, le vedo come delle coordinate che aiutano a tracciare una rotta.
 
Lydia: Io ho scoperto i contest cinque anni fa grazie al forum di EFP Fanfiction e mi si è aperto un mondo, anche perché sono una persona piuttosto competitiva: non ho più smesso di partecipare a concorsi di vario tipo da allora – e non credo che smetterò a breve. I contest sulle piattaforme di scrittura online sono stati fondamentali per me, per crescere nella scrittura, e mi hanno permesso di conoscere delle persone fantastiche che sono diventate tra i miei migliori amici, quindi sono super favorevole. Credo che i contest siano un ottimo modo sia per esercitarsi, visto che si deve scrivere rispettando delle limitazioni anche piuttosto stringenti, e anche per capire a che punto si è. E poi ricevere eventuali riconoscimenti non fa certo schifo!
 
Per noi di Minuti contati il confronto e la critica sono due momenti fondamentali e altamente formativi tanto che li consideriamo i punti cruciali dell’esperienza offerta dalla nostra piattaforma, ma di tanto in tanto sono anche momenti difficili e tesi da gestire e/o vivere. Come vivete il confronto con gli altri scrittori? E come la critica?
 
Francesca: è una bella domanda, perché è la prima volta che mi confronto con un pubblico (anche di scrittori) così vasto. Tendo a pretendere molto da me stessa, e ho maturato la convinzione che ogni esperienza possa aiutarmi a crescere e a migliorare il mio lavoro: grazie al Premio Urania ho potuto conoscere scrittori che ammiro molto, ed è stato bello avere tanti punti di vista, osservazioni, analisi anche molto approfondite. Ti aiutano a capire i tuoi punti di forza e soprattutto a focalizzare i punti deboli.
Le critiche, tra l’altro, sono fondamentali: secondo me, chiunque senta la necessità di esprimere un giudizio (negativo o positivo) su un’opera, dovrebbe avere la possibilità di rivolgersi direttamente al suo autore, o fare in modo che possa conoscerlo, perché ogni punto di vista può essere utile. Certo, questo implica un po’ di coraggio da entrambe le parti: parlare e ascoltare sono atti impegnativi. Per questo mi piace la formula di Minuti Contati: si tratta di dare corpo a un vero e proprio dialogo.
 
Fabio: Tema spinosissimo! Secondo me i confronti e la critica sono strumenti fondamentali di crescita: spesso delizia, ancora più spesso croce per ogni scrittore. Sia chi commenta, sia chi riceve i commenti, dovrebbe farlo avendo ben note “le regole del gioco”: accettare il confronto nel modo più corretto e propositivo possibile. Secondo me devono essere evidenziati i punti di forza, quelli che danno l’anima alla storia, e allo stesso tempo tirare fuori gli aspetti dove c’è da lavorare.
Mi è capitato spesso di avere stroncature e critiche. Certo che dispiace! Ma non è solo questo: ogni annotazione contiene un suggerimento e allo stesso tempo fornisce lo stimolo per migliorare.
Questo sistema incrociato di commenti e suggerimenti lo adottiamo anche nel Collettivo Italiano Fantascienza (CIF), rendendolo cardine dell’approccio alla scrittura.
Sulla mia pelle posso dire che è di grande aiuto (anche nel caso del racconto “Mercy” dove il supporto e il riscontro è stato preziosissimo!)
 
Elia: Sono confronti fondamentali, che però non è sempre facile avere. Purtroppo la piccolissima bolla di scrittori, scriventi e critici esiste soprattutto su Facebook, un mezzo che non prevede il concetto di “non mi piace”. Quindi i feedback che si ricevono sono quasi sempre positivi, mentre le critiche, che potrebbero essere costruttive, rimangono inespresse. A me piacerebbe ricevere una bella stroncatura, ogni tanto!
 
Lydia: Come ho detto prima, ho praticamente imparato a scrivere grazie alle piattaforme di scrittura online, dove il confronto è una parte fondamentale. Le critiche non piacciono a nessuno, chiaro, ma per migliorare è necessario esporsi in qualche modo, per una miriade di ragioni. Il percorso di uno scrittore è pieno di confronti – con beta reader, editor e poi lettori – quindi sono dell’opinione che prima ci si abitua, meglio è.
Io nella community degli scrittori ho trovato un sacco di persone davvero stupende. La scrittura è un’attività solitaria, per non parlare delle innumerevoli difficoltà e incidenti di percorso che si incontrano, e avere qualcuno con cui condividere tutto questo fa davvero la differenza.
 
Urania
Il numero di Urania nel quale potete trovare il romanzo di Francesca Cavallero (vincitore del Premio Urania 2018) e i racconti di Fabio Aloisio, Elia Gonella e Axa Lydia Vallotto (finalisti dell’Urania Short e votabili grazie alla scheda trovabile all’interno)
 
I partecipanti all’edizione di lunedì 16 dicembre dovranno scrivere un racconto, sul vostro tema, in meno di 4000 caratteri ed entro quattro ore. Immaginatevi nei loro panni: alle 21 vi collegate al forum per scoprire il tema e poi? Come vi organizzate la serata e come procedete (prima delle 21 e dopo)? Insomma, come cerchereste di superare la prova?
 
Francesca: Okay, provo a visualizzare il comportamento di un’ipotetica Francesca-partecipante. Nel pomeriggio metterebbe a posto la sua scrivania incasinata, invocando a gran voce le energie del feng shui. Poi preparerebbe penna, fogli, noci o pistacchi e una tazzona di caffè. Abiti comodi e telefono spento. Francesca-partecipante pregherebbe familiari e gatti di non fare cagnara (il che, se mi permettete, mi sembra piuttosto legittimo). Scoperto il tema, cercherebbe di dominare il panico e sceglierebbe la colonna sonora. Senza perdere tempo!
Ma ecco come immagino il processo.
Prima fase: scarabocchiare idee, liberando il flusso di coscienza, collegarle, cercare immagini d’impatto. Non mi soffermerei molto sulla forma, perché per me è fondamentale trovare prima di tutto quell’idea che mi fa scattare il “clic” nella testa. Se non succede, significa che non è quella giusta: cercherei di non innamorarmi troppo di un concetto o di un passaggio, dovrei essere versatile e fluida, pronta ad allontanarmi dalla traccia e a guardarla il più freddamente possibile. Non c’è molto tempo per le sfumature, quindi penso che realizzerei una specie di storyboard mentale delle scene/sequenze secondo cui vorrei strutturare la storia.
Seconda fase: Francesca-partecipante butterebbe il caffè e si verserebbe un bicchiere di vino.
Scherzi a parte, una volta terminata la fase di bozza mi dedicherei a darle corpo, a renderla viva, creando luci e ombre, sottolineando alcuni dettagli e confondendone altri. E’ anche il momento della scrittura che preferisco, perché lo trovo più rilassante.
Terza fase: cercherei di tenermi del tempo per rileggere ad alta voce. Il ritmo e il suono della singola frase possono essere rivelatori dell’impronta che l’intera storia lascerà nel lettore.
 
Fabio: Questi panni li conosco fin troppo bene. Innanzitutto tenersi tutta la serata libera: è un peccato arrivare in affanno. Collegarsi alle 20.59 così da vedere comparire il post in diretta e avere tutto il tempo per “prendersela comoda”. Una volta scoperto il tema lascerei spazio alla mente, che faccia il suo lavoro in libertà. Magari si può mescolare il tutto con qualcosa che è capitato in giornata: una persona o un’espressione che hanno colpito, un pensiero che gironzola nel cervello già da un po’,…
Visto l’esiguo tempo a disposizione, appena c’è la miccia per l’idea e per il finale, bisogna partire col botto e in maniera istintiva. Secondo me l’incipit è molto importante perché, oltre a catturare l’attenzione del lettore, motiva chi scrive a farlo col giusto piglio.
Una volta terminata la scrittura, rileggere, prestando attenzione che sia chiaro e concreto quanto avviene nella vicenda.
Sforbiciare e infiorettare quanto basta.
 
Elia: Non invidio i partecipanti, quattro ore sono davvero poche! Non so davvero cosa riuscirei a combinare. Credo però che cercherei di frenarmi e di non iniziare a scrivere prima di aver ben chiaro quello che voglio raccontare. Per una storia così breve, l’idea dev’essere precisa, fulminante. Perciò una strategia potrebbe essere quella di dedicare la prima ora all’ideazione, mettendo bene a fuoco il tema, i personaggi, la struttura, il finale… per poi iniziare la stesura solo allo scoccare della seconda ora. Una volta completata, cercherei di staccarmi almeno per un po’ dallo schermo, di cambiare aria e forse anche stanza, per poi rileggere con un minimo di distacco.
 
Lydia: Ci sono scrittori più istintivi, che scoprono la storia mano a mano, e altri che preferiscono avere un piano. Non c’è un metodo migliore, ma per questa occasione, bisogna conoscere il proprio: il tempo è troppo poco per perdersi per strada. Poi, indipendentemente dal proprio metodo, secondo me è necessario prepararsi qualcosa per fare un po’ di brainstorming – che sia quaderno e penna o un file vuoto – per non rischiare di prendere una direzione sbagliata e dover ricominciare da capo. Io sono del tipo “pianificatore”, quindi non inizierei a scrivere senza aver fatto una scaletta di tutto quello che devo inserire. Ho imparato che sto più concentrata se faccio sprint di venticinque minuti di scrittura alternati a pause da cinque, piuttosto che tentare di scrivere per quattro ore di fila. E cercherei di finire entro le tre ore, in modo da avere tutto il tempo di rileggere e sistemare. Poi mi preparerei anche una tazza di tè caldo e dei biscotti da tenere a portata di mano per i momenti di sconforto!
 
Ora tornate a immedesimarvi nelle vesti di Guest Star: dopo dieci giorni riceverete quelli che si saranno distinti come i migliori racconti tra i tanti. Come immaginate di affrontarli, leggerli e giudicarli? Su cosa punterete l’attenzione con maggiore intensità? Cosa deve fare uno scrittore per catturare la vostra attenzione e farvi considerare il tempo della lettura come ben speso?
 
Francesca: Penso che leggerò molte volte i racconti. Prima mi lascerò investire dall’impatto complessivo, poi scenderò nel dettaglio, leggendo in modo più analitico. Mi piacciono i personaggi che si comportano in modo realistico anche se vivono in contesti fantasiosi, allucinati o folli. Penso che uno scrittore debba essere disposto a mescolarsi e a “sporcarsi” con le emozioni dei suoi personaggi, per quanto non ne condivida, per esempio, scelte o background. Onestà e coerenza, dunque. E poi belle immagini, potenti, cinematografiche: scrivete una descrizione in meno ma fatela deflagrare (tra l’altro il tempo è poco, quindi scegliete bene su che cosa scommettere!). Mi affascina molto, inoltre, la sperimentazione linguistica. Vorrei trovare un racconto che mi lasci un’emozione, una suggestione profonda o anche qualcosa su cui riflettere. Siate sinceri, ascoltatevi e cercate la risonanza con ciò che scrivete.
 
Fabio: Mmm… come lettore il più delle volte mi faccio prendere “dalla pancia”. Ogni storia ha una sua peculiarità che colpisce in maniera più netta: può bastare da sola a fare scintillare un racconto rispetto agli altri. Per lo più mi piace un’idea spiazzante e molto forte, capace di reggere da sola la narrazione. Altro aspetto che ritengo importante è la capacità di far entrare il lettore dentro la storia in poche righe: questo può avvenire con l’ambientazione o la costruzione dei personaggi.
 
Elia: Sarò spietato! Per cominciare, stroncherò chiunque mi ammorbi con profluvi di metafore, aggettivazioni a pioggia, avverbi superflui, velleità poetiche. Autori: avete poco tempo, non sprecatelo infiorettando le vostre frasi! Se volete il mio voto, siate essenziali. Cercate di raccontare qualcosa di unico, come se la storia fosse un segreto che solo voi conoscete, e che il lettore ha il privilegio di vedere rivelato.
 
Lydia: Sono molto esigente con il finale. Se non è appropriato per la storia o è affrettato, è come se distruggesse tutto quello che il resto della storia ha costruito. Poi, datemi un’ambientazione o un’atmosfera affascinanti e sarò felice. Non mi interessa particolarmente l’originalità in senso assoluto, di solito; mi interessa di più leggere un punto di vista diverso anche su temi usati spesso. Soprattutto con racconti così brevi, per me l’importante è saper trasmettere un’impressione vivida, perché l’effetto “Okay, ma… e quindi?” alla fine della lettura è dietro l’angolo.
 
E questa era l’ultima domanda di questa veloce intervista multipla. Noi tutti di Minuti Contati vi ringraziamo, una volta ancora, per la disponibilità e speriamo di riuscire a intrattenervi e magari sbalordirvi con i racconti che vi arriveranno in finale.
 
Francesca: Grazie a voi di Minuti Contati: il vostro lavoro è importantissimo per chi ha il coraggio di misurarsi con se stesso, oltre che con gli altri. E in bocca al lupo ai partecipanti (avete tutta la mia ammirazione, sappiatelo)!
 
Fabio: Grazie a Minuti Contati per questa opportunità! Ho letto moltissime perle all’interno di questo forum; sono sicuro che in questa edizione ne nasceranno altre.
In bocca al lupo a tutti!
 
Elia: Grazie a voi e in bocca al lupo ai partecipanti!
 
Lydia: Grazie a voi! Sono curiosissima di leggere i racconti finalisti… e, magari, di provare a partecipare a qualche edizione futura!
 
Edizione

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